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Zona di sicurezza attorno all’Assemblea: la democrazia rappresentativa è morta

L’istituzione di una “zona di sicurezza” attorno all’Assemblea legislativa ha suscitato forti reazioni e accuse di violazione costituzionale e di allontanamento dalla democrazia rappresentativa. L’iniziativa, approvata con il consenso di tutti i gruppi parlamentari, è stata criticata dalla Green Humane City come un tentativo di erigere “recinzioni invisibili” per proteggere i politici da coloro che dovrebbero rappresentare.

Secondo l’organizzazione, questa mossa equivale a un divieto di assembramento pubblico, segnando la fine della democrazia rappresentativa. Gli attivisti sostengono che i parlamentari stanno inviando un chiaro messaggio: la partecipazione diretta dei cittadini nei processi decisionali è essenziale. Essi vedono un futuro in cui i cittadini, come dimostrato nelle passate elezioni locali, sono in grado di auto-organizzarsi e auto-rappresentarsi nelle istituzioni.

La Green Humane City contesta la giustificazione addotta dai parlamentari, che affermano di voler prevenire la costruzione di edifici sul prato antistante l’Assemblea. L’organizzazione si chiede perché la bozza di legge includa un divieto di protesta e come tale divieto possa contribuire a impedire la costruzione. Inoltre, cita l’articolo 21 della Costituzione, che disciplina le restrizioni all’assemblea pubblica, sottolineando che l’area interessata è vasta (oltre un ettaro) e che non rientra nelle situazioni in cui tali restrizioni sono ammissibili.

La Green Humane City solleva dubbi sulla necessità di una “zona di sicurezza” attorno a un edificio non militare di democrazia rappresentativa e teme che questa misura possa essere utilizzata come precedente per future “zone di sicurezza” attorno ad altri edifici pubblici. L’organizzazione paragona la situazione attuale alla costruzione di una recinzione da parte del governo VMRO in passato, accusando i gruppi parlamentari di ripetere lo stesso errore, erigendo barriere (questa volta invisibili) tra loro e il popolo.