A Kočani, i familiari delle vittime del tragico incendio nella discoteca “Puls” sono scesi in strada per la ventunesima volta, esigendo giustizia e una risposta più rapida dalle istituzioni.

La protesta, denominata “Marcia per gli Angeli”, ha seguito il consueto percorso: dal “Parco della Rivoluzione”, passando per il centro commerciale, il Comune, l’Ufficio delle Entrate e la stazione di polizia, fino al Tribunale di Base e alla Procura.

I parenti delle vittime si sono rivolti direttamente ai giudici e ai pubblici ministeri, ricordando loro che attendono da tre mesi una valutazione dell’atto d’accusa. Rozeta Džamova, sorella di una delle vittime, ha dichiarato: “Ritardare senza una ragione giustificata è contrario alla legge e costituisce una base per la reazione delle parti lese e del pubblico. Vi chiediamo: esiste un termine entro il quale il Consiglio deve prendere una decisione? Se non c’è, diteci almeno quando ci si può aspettare che questa procedura sia completata”.

La protesta si è svolta il giorno dopo che la Procura ha ampliato l’indagine sulla tragedia del “Puls”. È stata presentata una nuova accusa contro il reale proprietario dell’agenzia di sicurezza “Rubicon Security Solution”, accusato di gravi crimini contro la sicurezza generale a causa di gravi omissioni nell’organizzazione e nelle misure di protezione della discoteca.

La Procura ha inoltre presentato una proposta al Tribunale Penale di Base di Skopje per estendere tutte le misure precedentemente determinate per garantire la presenza dell’imputato.

Con questo sviluppo, il caso “Puls” assume una nuova dimensione, mentre le famiglie delle vittime continuano a chiedere responsabilità e giustizia – pubblicamente, ad alta voce e con insistenza.