L’Unione Democratica per l’Integrazione (DUI) ha espresso profonda preoccupazione per i recenti sviluppi all’interno del Ministero dell’Interno e dell’Esercito della Repubblica di Macedonia del Nord. Secondo il partito, si sta assistendo a una continua e sistematica emarginazione dei membri della comunità albanese dalle posizioni di leadership.
In particolare, la DUI ha denunciato come un “scandalo istituzionale” la recente rimozione di tutti i vice capi albanesi e la successiva nomina di persone vicine al sindaco del comune alla stazione di polizia di Butel. Il partito considera questo atto un “segnale pericoloso” di un ritorno all’esclusività e alla discriminazione in un settore sensibile come quello della sicurezza.
La DUI ha sottolineato che la situazione è particolarmente preoccupante in Butel, uno dei comuni multietnici più importanti della capitale, dove gli albanesi rappresentano una parte significativa della popolazione. Il partito ha affermato che le nomine monoetniche e partitiche nelle strutture di sicurezza, insieme alla “degradazione umiliante” del personale di polizia professionista di etnia albanese, minano il principio di inclusività, un pilastro fondamentale dell’Accordo quadro di Ohrid.
La DUI ha ricordato che la presenza e la rappresentanza equa degli albanesi nella polizia e nell’esercito sono state condizioni preliminari per la stabilizzazione delle relazioni interetniche dopo il 2001. Il partito ha espresso preoccupazione per il fatto che si stia assistendo a un processo opposto, con lo smantellamento dei meccanismi di equilibrio, che porta a un rinnovato senso di sfiducia ed esclusione all’interno della comunità albanese.
La DUI ha lanciato un appello urgente al Governo della Repubblica di Macedonia del Nord, al Ministero dell’Interno e alla comunità internazionale, in particolare ai garanti dell’Accordo di Ohrid, affinché reagiscano immediatamente e inequivocabilmente. Secondo il partito, il settore della sicurezza non deve essere uno strumento di dominio etnico e di “revanscismo politico”. La DUI ha concluso affermando che la questione non riguarda solo la politica interna del personale, ma la stabilità, la fiducia e il futuro dello Stato.