Lyubomir Frckoski, ex capo della Missione permanente della Macedonia presso le Nazioni Unite a New York, ha reagito alle accuse penali di abuso d’ufficio, definendole “banali, vergognose e piene di irregolarità”.
Secondo Frckoski, l’azione legale è stata intentata dal governo e dal Ministero degli Affari Esteri (MAE) con l’intento di esercitare pressioni sulle sue apparizioni pubbliche, caratterizzate da critiche nei confronti dell’operato del governo.
La denuncia, a suo dire, contiene accuse infondate e manipolazioni volte a screditare il suo operato e quello del team dell’Ambasciata della Macedonia del Nord a New York.
Tra le contestazioni mosse, figurano presunti eccessi nelle spese per telefonia mobile, la riparazione di un veicolo senza autorizzazione del MAE, l’ottenimento di un anticipo per un viaggio ufficiale (successivamente restituito) e l’acquisto di biglietti aerei straordinari in occasione di un lutto familiare (anch’essi rimborsati).
Frckoski ha replicato che, in base alla legge sul MAE e al regolamento sugli stipendi e le indennità, l’ambasciatore è autorizzato a riallocare i fondi in base alle esigenze dell’ambasciata, e che tutte le presunte irregolarità rientrano nell’ambito dei suoi poteri legali.
In particolare, ha contestato la presunta manipolazione dei fondi derivanti dalla vendita dell’edificio dell’ex Jugoslavia a New York, precisando che il versamento rateale al bilancio era dovuto all’obbligo di mantenere i fondi su un conto come garanzia per il pagamento delle imposte da parte dell’acquirente.
Frckoski ha concluso che le accuse mosse nei suoi confronti denotano ignoranza della normativa vigente e sono dettate da cattive intenzioni, volte a esercitare pressioni a ogni costo.