Attivisti del movimento “Città Verde e Umana” hanno espresso forte disapprovazione in merito alla dichiarazione del Primo Ministro riguardo alle discariche, definendo l’annunciata partnership pubblico-privata per la gestione di Drisla un approccio errato.
Secondo l’iniziativa, affidare la gestione di Drisla a una società tramite gara d’appalto per una partnership pubblico-privata non risolverà il problema. Ricordano che soluzioni simili sono già state implementate in passato senza successo, portando solo a una perdita di tempo e all’assenza degli investimenti promessi, con il risultato che i rifiuti sono finiti nelle mani di criminali che importavano illegalmente container di rifiuti.
“Città Verde e Umana” sottolinea che la Commissione Europea stima che tra il 15% e il 30% dei rifiuti esportati dall’UE finisce illegalmente in paesi con legislazioni deboli, come la Macedonia. Gli attivisti lanciano un appello al senso patriottico, affermando che proteggere la salute dei cittadini dovrebbe essere una priorità assoluta, dato che il paese è sommerso dai rifiuti e l’aria inquinata causa migliaia di morti ogni anno.
Come soluzione, propongono il concetto di “rifiuti zero”, che include: compostiere per rifiuti organici in ogni quartiere (considerando che il 60-80% dei rifiuti è organico), impianti per la lavorazione delle macerie edili, campagne di educazione per la raccolta differenziata (vetro, metallo, plastica, carta, rifiuti elettronici), laboratori per la riparazione e il riuso di mobili ed elettrodomestici, e l’esportazione dei rifiuti rimanenti verso paesi con istituzioni efficienti.
“Le discariche sono una pratica del secolo scorso. Le società moderne puntano a zero rifiuti. La partnership pubblico-privato è una forma di privatizzazione dei beni pubblici attraverso la porta di servizio. Il settore privato non ha alcun interesse a ridurre la quantità di rifiuti, ma al contrario, ha bisogno di un flusso costante per il profitto”, sottolinea “Città Verde e Umana”.
Inoltre, la dichiarazione ricorda il caso dell’importazione di rifiuti tossici: “Tutti ricordiamo il caso dell’olio di scarto vietato nell’UE, che in Macedonia era falsamente presentato come olio combustibile ed era utilizzato anche in istituzioni statali e ospedali”.
Secondo l’iniziativa, Drisla non ha bisogno di denaro o donazioni straniere, ma che i fondi pubblici siano destinati alle priorità dei cittadini anziché finire nelle tasche di politici corrotti.