L’Alleanza per gli Albanesi esprime forte preoccupazione per il protrarsi del processo di redazione e approvazione della Legge sulla Rappresentanza Equa e Adeguata nelle istituzioni statali e pubbliche. L’annuncio del Primo Ministro Hristijan Mickoski di sottoporre la legge prima al vaglio del Governo e poi alla Commissione di Venezia, prima del voto parlamentare, desta profonda inquietudine.
Secondo l’Alleanza, questa prassi potrebbe nascondere tattiche dilatorie e di blocco da parte di VMRO-DPMNE e dei suoi partner di governo della coalizione VLEN. L’Alleanza dubita che questi partiti comprendano l’importanza della questione, oppure siano accecati dalla sete di potere.
L’esperienza con la Legge sull’Uso delle Lingue, secondo l’Alleanza, dimostra il rischio concreto di lunghi ritardi. La legge era stata inviata alla Commissione di Venezia il 22 gennaio 2019, e il parere favorevole era stato restituito solo il 4 maggio 2025, dopo ben sei anni di attesa.
A differenza della legge precedentemente adottata dal Parlamento e poi sottoposta a valutazione internazionale, il Governo sta ora tentando di inviare la Legge sulla Rappresentanza Equa e Adeguata alla Commissione di Venezia senza l’approvazione parlamentare. L’Alleanza considera questa prassi pericolosa, in quanto potrebbe creare un vuoto giuridico in un momento in cui il paese necessita di garanzie chiare per la rappresentanza equa di tutte le comunità.
In seguito alla decisione della Corte Costituzionale di abolire il meccanismo di bilanciamento, il paese si trova in un vuoto legale che viene gravemente sfruttato. Le attuali pratiche di assunzione, dove in molti concorsi il risultato è 20 a 0 a discapito dei cittadini albanesi, sono una chiara indicazione di una violazione dei principi dell’Accordo di Ohrid e minacciano seriamente l’armonia interetnica.
L’Alleanza per gli Albanesi insiste affinché la Legge sulla Rappresentanza Equa e Adeguata sia prima adottata dal Parlamento e solo successivamente inviata per un parere alla Commissione di Venezia. Solo in questo modo si potranno evitare ritardi infiniti, tutelare l’uguaglianza civile e prevenire abusi politici nelle assunzioni nella pubblica amministrazione.