La Federazione Europea di Pallamano (EHF) ha inflitto pesanti sanzioni al Partizan a seguito degli incidenti verificatisi nella semifinale di EHF Cup contro l’AEK Atene. Il Partizan dovrà disputare le prossime cinque partite europee a porte chiuse, con tre di queste che saranno scontate all’inizio della prossima stagione.
La decisione arriva dopo il ritiro della squadra greca durante il riscaldamento della partita di ritorno a Belgrado, a causa dell’esplosione di petardi. La partita è stata poi rigiocata a Shumen, in Bulgaria, dove il Partizan ha recuperato lo svantaggio di cinque gol, ma è stato eliminato ai rigori.
Oltre alla squalifica del campo, il Partizan è stato multato per un totale di 19.500 euro. Di questi, 15.000 euro sono per il comportamento dei tifosi e 4.500 euro per uno striscione politico esposto durante l’incontro.
Il club serbo dovrà anche farsi carico di tutti i costi relativi all’organizzazione della partita di Shumen. Il Partizan ha la possibilità di presentare ricorso contro la decisione entro sette giorni.
L’AEK Atene, nel frattempo, si è resa protagonista di un episodio simile nella finale contro l’Alkaloid Skopje. Dopo aver perso la prima partita ad Atene, i giocatori dell’AEK si sono rifiutati di scendere in campo nella partita di ritorno a Skopje, adducendo come motivazione l’assenza dei propri tifosi. In quel caso, l’EHF ha deciso di assegnare la vittoria a tavolino (10-0) all’Alkaloid, conferendo loro il titolo.