Il partito SDSM accusa il ministro degli Esteri Timcho Mutsunski di aver trasformato il Ministero degli Affari Esteri in una filiale del partito VMRO-DPMNE, denunciando una politica estera disastrosa e una gestione partigiana dell’istituzione.
Fatjon Bejta, esponente del partito SDSM, ha dichiarato in una conferenza stampa che sotto la guida di Mutsunski, la Macedonia sta subendo una fase di isolamento diplomatico, con una mancanza di risultati positivi sul fronte estero. Bejta ha criticato la nomina di personale senza adeguate qualifiche diplomatiche, come nel caso di Vele Trepevski, proposto come ambasciatore in Albania nonostante la sua presunta mancanza di esperienza.
Secondo Bejta, il Ministero è caratterizzato da favoritismi e promozioni basate sull’affiliazione partitica piuttosto che sulle competenze professionali. Tra gli esempi citati, figurano la promozione di Goran Trajkov, marito di Viktorija Trajkov, a ministro-consigliere senza i requisiti legali, e l’invio di Nikola Gugoski, rappresentante sindacale vicino al VMRO-DPMNE, a Istanbul.
Bejta ha inoltre sollevato preoccupazioni riguardo all’abuso del sistema di supporto e all’impiego di oltre 20 persone con contratti di lavoro, alcune delle quali, a suo dire, non si presentano nemmeno al lavoro. Ha denunciato anche il rientro anticipato dell’ambasciatore Vesel Memedi dall’Italia senza una valida spiegazione, interpretandolo come un segno che Mutsunski gestisce la diplomazia come una proprietà privata.
La situazione all’interno del Ministero è descritta come caotica, con problemi di manutenzione come la mancanza di acqua nei bagni e il malfunzionamento del sistema di raffreddamento.
SDSM si impegna a contrastare questa partitizzazione e il danneggiamento della reputazione del paese. Bejta ha fatto appello al Presidente Siljanovska affinché intervenga per evitare un ulteriore collasso istituzionale, sottolineando che la Macedonia merita una diplomazia dignitosa, professionale, indipendente e strategicamente orientata.