L’Associazione degli Ingegneri della Macedonia ha presentato un esposto al Governo e alla Procura della Repubblica, chiedendo un’azione istituzionale immediata per chiarire e risolvere il caso dell’affitto della capacità di gas naturale dal terminale di Alessandropoli, in Grecia.

Secondo l’associazione, da ottobre 2024, la Repubblica di Macedonia sta pagando circa 300.000 euro al mese per l’affitto di capacità di trasmissione di gas naturale che non viene utilizzata.

Questo, secondo l’associazione, causa un danno annuale al bilancio statale di oltre 3,5 milioni di euro.

L’accordo, che si presume sia stato concluso per un periodo di 15 anni, è rimasto attivo nonostante il fatto che il paese non abbia acquisito una quota di proprietà del terminale, condizione che, secondo le dichiarazioni, era alla base dell’assunzione dell’obbligo.

L’associazione chiede:

• Una revisione immediata dell’accordo da parte del Governo e delle istituzioni competenti, al fine di annullarlo qualora si accerti che sia stato concluso in contrasto con gli interessi dello Stato.
• L’avvio di un procedimento investigativo da parte della Procura della Repubblica, al fine di accertare l’eventuale responsabilità penale e patrimoniale delle persone che hanno concluso o consentito l’attuazione di tale accordo.
• La pubblicazione del contenuto dell’accordo e delle parti coinvolte, nell’interesse della trasparenza e dell’informazione del pubblico.

L’associazione aggiunge che è necessario agire immediatamente per impedire l’ulteriore spesa di fondi pubblici per un servizio che non viene utilizzato e per inviare un chiaro messaggio che non vi è impunità per accordi così dannosi. In caso contrario, affermano, la fiducia dei cittadini nelle istituzioni sarà ulteriormente danneggiata.