L’Agenzia per gli Alimenti e la Veterinaria (FVA) ha espresso una ferma condanna nei confronti del sindaco facente funzione del Comune di Kochani, Venko Krstevski, accusandolo di screditare la professionalità e la competenza dell’agenzia e dei suoi ispettori attraverso i social media. L’FVA ha respinto le affermazioni del sindaco, che si è finto ispettore in strutture di ristorazione da lui definite costruzioni illegali.
L’FVA ha precisato di non interferire nelle competenze di altre istituzioni, ma ha risposto alle accuse del sindaco chiarendo che l’Agenzia non rilascia permessi HACCP, come da lui asserito pubblicamente. L’FVA si limita a controllare l’attività degli operatori del settore alimentare, esclusivamente per quanto riguarda il rispetto delle condizioni generali e specifiche di sicurezza, in conformità con le leggi e i regolamenti in materia, e a registrarli nel proprio registro.
L’Agenzia ha sottolineato che il sindaco non è una persona autorizzata a effettuare ispezioni presso operatori alimentari che preparano cibo in esercizi di ristorazione. L’FVA ha evidenziato il rischio di contaminazione derivante dall’ingresso del sindaco nelle cucine senza indumenti protettivi e senza essere in possesso di un libretto sanitario che attesti il suo stato di salute.
L’FVA ha inoltre precisato che nessuna norma, né nazionale né europea, definisce il tipo di stucco da utilizzare per le piastrelle nelle cucine. Inoltre, i dipendenti di due cucine separate possono utilizzare un unico servizio igienico, purché sia distinto da quello destinato agli ospiti, come nel caso specifico segnalato.
La vicenda è nata da un video pubblicato sui social media dal sindaco Krstevski, in cui denunciava presunte irregolarità in una pizzeria della città, tra cui la presenza di fumatori all’interno del locale, un allaccio elettrico in una costruzione abusiva, un unico bagno per uomini e donne e due cucine separate, una delle quali priva di servizi igienici. Il 18 giugno, Krstevski aveva già presentato una denuncia penale alla Procura di Kochani contro i gestori di esercizi di ristorazione per usurpazione e costruzione illegale, sostenendo che operavano al di fuori delle norme e degli standard legali, mettendo a rischio la sicurezza dei residenti e dei clienti.