Accuse penali sono state formalizzate contro due ex dipendenti del Ministero dell’Interno per abuso di posizione ufficiale e autorità. Le accuse riguardano il mancato rispetto di sentenze giudiziarie definitive relative alla cessazione dei contratti di lavoro di due dipendenti, causando un danno finanziario significativo al bilancio del Ministero.
V.V., ex “Assistente Direttore” presso il Dipartimento per gli Affari Comuni e la Gestione delle Risorse Umane, è accusata di non aver adempiuto ai suoi doveri ufficiali tra il 2021 e il 2022. Nello specifico, non avrebbe dato seguito a sentenze definitive di un tribunale competente che ordinavano la cessazione dei contratti di lavoro di due dipendenti, permettendo loro di continuare a lavorare nel Ministero dell’Interno.
V.N., ex “Capo” del Settore per gli Affari Legali e la Protezione dei Dati Personali, è accusata di non aver reagito adeguatamente alla ricezione delle sentenze. Invece di restituirle al primo accusato per l’inoltro al Settore competente per le Risorse Umane e la Formazione, le avrebbe consegnate per la registrazione all’Ufficio Protocollo del Settore per gli Affari Legali e la Protezione dei Dati Personali, che non aveva giurisdizione per agire su di esse.
Secondo il Ministero dell’Interno, V.V. non ha distribuito la posta ricevuta, in questo caso le sentenze, al Settore competente per le Risorse Umane e la Formazione, né ha dato istruzioni per agire in base alle sentenze, ovvero per annullare i contratti di lavoro dei dipendenti. Questo nonostante fosse presente al lavoro nei giorni critici in cui le sentenze sono arrivate al Dipartimento da lei diretto e non abbia autorizzato un altro dipendente a distribuire la posta.
Le azioni degli accusati avrebbero causato un danno materiale significativo al bilancio del Ministero dell’Interno, quantificato in 3.314.870 denari. Questa somma rappresenta gli stipendi e i contributi versati ai dipendenti il cui rapporto di lavoro avrebbe dovuto essere interrotto in base alle sentenze del tribunale.