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Accordo Collettivo per la Cultura nuovamente contestato alla Corte Costituzionale

La Corte Costituzionale è stata nuovamente chiamata a esprimersi sull’Accordo Collettivo per la Cultura, in seguito a un ricorso che, secondo il sindacato di categoria, mira a limitare i diritti acquisiti dai lavoratori del settore. Questa è la seconda volta che l’accordo viene esaminato dal tribunale costituzionale nella sua breve storia.

Il sindacato ha espresso forte disappunto per il ricorso, che percepisce come un tentativo di minare i progressi compiuti dai lavoratori della cultura. Secondo il sindacato, l’essenza del ricorso risiede nell’interrogativo sul perché i lavoratori della cultura dovrebbero godere di diritti superiori rispetto ad altre categorie professionali. Il ricorrente ritiene che l’Accordo Collettivo per la Cultura ponga in una posizione di svantaggio coloro che non beneficiano di tali diritti, promuovendo una visione improntata alla mediocrità.

Il sindacato sospetta che dietro questo ricorso si celino funzionari, consiglieri, dirigenti, segretari di stato, ministri e persino un ex sindacalista, mossi da ambizioni di carriera personale e dalla volontà di ostacolare la stabilità dei lavoratori della cultura.

Il sindacato ha sottolineato l’intenso lavoro svolto per rispondere al ricorso alla Corte Costituzionale. La risposta è stata presentata dal SCRM a nome di tutti i lavoratori della cultura, sia di coloro che sono direttamente interessati, sia di coloro che sono indignati dalle motivazioni di chi cerca di demolire i risultati ottenuti negli anni.

Il sindacato ha espresso preoccupazione per il fatto che i lavoratori della cultura non siano riusciti a ottenere un incontro con il Primo Ministro per spiegare la loro posizione, ovvero la difesa dell’Accordo Collettivo e la stabilità dei lavoratori del settore, che rappresentano le fondamenta su cui si costruisce la cultura.

Il sindacato ha fatto appello ai giudici della Corte Costituzionale affinché difendano la Costituzione e le leggi del Paese, ribadendo quanto già fatto in passato, quando il tribunale aveva correttamente deciso di non avviare procedimenti contro l’Accordo Collettivo per la Cultura.

Il sindacato ha concluso ribadendo l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge e alla Costituzione, augurando successo nella lotta per i diritti e confermando l’impegno a difendere i propri con ogni mezzo a disposizione.