Il partito SDSM (Unione Socialdemocratica di Macedonia) ha espresso serie preoccupazioni riguardo alla legge proposta che concede alle scuole religiose lo status di scuole secondarie e riconosce i loro diplomi per l’iscrizione all’istruzione superiore. La deputata dell’SDSM Bisera Kostadinovska Stojchevska ha dichiarato che ci sono diverse ambiguità e incongruenze fondamentali nella legge proposta, che potrebbero aprire nuovi problemi legali e istituzionali.
Kostadinovska Stojchevska ha sottolineato che la legge è stata presentata all’Assemblea senza un dibattito pubblico, sollevando interrogativi sulla secolarità e sul controllo finanziario di tali scuole. L’assenza di meccanismi di controllo e di supervisione sul finanziamento e sui contenuti di queste scuole è particolarmente preoccupante, poiché apre la strada a influenze sconosciute e a una mancanza di trasparenza.
Inoltre, la deputata ha evidenziato la mancanza di criteri chiari per i contenuti educativi. Secondo le informazioni disponibili, l’insegnamento nelle scuole teologiche e islamiche include materie religiose insegnate dal clero, mentre le discipline educative e pedagogiche di base sono rappresentate in minima parte o definite in modo poco chiaro. Ciò solleva dubbi sulla preparazione adeguata di questi studenti per proseguire gli studi in facoltà di insegnamento o in altre facoltà professionali.
Kostadinovska Stojchevska ha ribadito che l’ordinamento costituzionale deve essere rispettato, sottolineando che la Repubblica di Macedonia del Nord è uno stato laico e che lo stato deve essere neutrale in relazione alla religione. Sebbene l’autonomia delle comunità religiose sia garantita, l’ingresso di queste scuole sotto l’egida statale richiede che esse seguano gli standard e i criteri educativi statali. Qualsiasi legislazione che metta in discussione questo principio deve essere considerata con estrema cautela.