Ljupco Palevski, accusato degli omicidi di Vanja e Panche, ha risposto alle domande dei pubblici ministeri in tribunale, affermando di non essersi consegnato alla polizia in Turchia perché sapeva che lo avrebbero trovato comunque. Ha inoltre dichiarato di aver visto le notizie sul suo conto mentre beveva un espresso in una pizzeria a Balıkesir.
Durante l’interrogatorio, Palevski ha contestato le modalità dell’arresto, affermando che un dipendente dell’Interpol lo ha fotografato e ha inviato l’immagine al ministro dell’Interno macedone, Oliver Spasovski, tramite WhatsApp. Ha definito questo un abuso classico delle indagini preliminari, accusando le autorità di aver divulgato la sua foto ai media.
Alla domanda sul perché non si sia costituito alle autorità turche dopo aver scoperto di essere ricercato dall’Interpol, Palevski ha risposto di aver restituito le chiavi di casa al proprietario, convinto che il suo arresto fosse imminente. Ha aggiunto di non aver cercato una stazione di polizia perché sapeva che lo avrebbero trovato.
Il pubblico ministero Žaklina Josifovska ha anche chiesto a Palevski dove stesse andando e perché, nonostante avesse affermato di soffrire di mal di schiena e di recarsi a Belgrado per un secondo parere medico, non avesse con sé alcun documento medico. Palevski ha risposto che aveva due CD nella sua valigia, che sarebbero stati rubati dalla Procura.
Inoltre, Palevski è stato interrogato sul giorno del rapimento e dell’omicidio di Panche Zhezovski, 74 anni, di Veles, e su una persona che afferma di aver incontrato, ma di cui non ricordava il nome e il cognome. Ha sostenuto che le sue affermazioni sono supportate da prove materiali, a differenza di quelle della Procura.
Infine, alla domanda se avesse pagato in anticipo l’affitto per dicembre, nonostante le difficoltà finanziarie del partito, per garantirsi un alibi, Palevski ha risposto che il fatto stesso di non essersi creato un alibi dimostrava la sua innocenza. Ha poi aggiunto che gli altri imputati avevano dichiarato di averlo temuto, quindi non avrebbe avuto motivo di commettere gli omicidi personalmente, potendo semplicemente ordinarli.