VMRO-DPMNE accusa Zoran Zaev, Vice Zaev e Venco Filipche di essersi arricchiti a spese dei cittadini macedoni durante la pandemia di COVID-19 e la crisi energetica, sfruttando un sistema di rivendita di carbone a prezzi gonfiati. Il partito di opposizione chiede un’indagine da parte della Procura della Repubblica.
Secondo VMRO-DPMNE, le società vicine a Zaev e Filipche avrebbero rivenduto carbone all’ESM (Elettricità della Macedonia del Nord) a un prezzo tre volte superiore a quello di acquisto. Questo avrebbe portato a un aumento del prezzo dell’elettricità di oltre il 50% durante il loro mandato.
Il partito afferma che Zaev, suo fratello Vice Zaev e Filipche hanno creato una rete di società e intermediari per l’estrazione, il trasporto e la vendita di carbone dalla Grecia all’ESM, permettendo loro di incassare ingenti profitti. Il carbone, acquistato in Grecia per 30 euro, sarebbe stato rivenduto all’ESM per un prezzo fino a 82,5 euro.
VMRO-DPMNE sostiene che il profitto derivante dalla vendita del carbone greco bruciato in Macedonia è finito nelle mani di Vice Zaev in Bulgaria.
Il partito di opposizione insiste che Filipche ha beneficiato di attività milionarie mentre il “clan Zaevi” vendeva carbone costoso all’ESM. Per questo, VMRO-DPMNE chiede che i responsabili siano chiamati a rispondere di questo scandalo milionario e che la Procura avvii un’indagine approfondita.