Il partito politico Levica ha annunciato la sua opposizione alla proposta di legge sull’energia, definendola un ulteriore passo verso la completa liberalizzazione del settore energetico strategico. Secondo Levica, lo Stato sta rinunciando al suo ruolo fondamentale nella protezione dell’interesse pubblico.
In una dichiarazione, il partito ha affermato che la proposta di legge “approfondisce il processo di liberalizzazione del mercato” e che lo Stato “dimostra chiaramente di non avere né l’intenzione né il piano di nazionalizzare le capacità energetiche e metterle al servizio del popolo”.
Levica avverte che l’apertura del mercato a operatori privati stranieri e nazionali, motivati esclusivamente dal profitto, porterà a prezzi più alti per i cittadini, maggiori disparità sociali e una diminuzione della qualità dei servizi. Il partito sostiene che l’esperienza di altri paesi conferma che questa tendenza porta a un aumento enorme dei prezzi dell’elettricità e a un indebolimento della giustizia sociale.
Per mitigare quelli che definisce gli aspetti più dannosi della proposta di legge, Levica ha presentato una serie di emendamenti. Questi mirano ad aumentare la trasparenza e il controllo sulla Commissione di regolamentazione dell’energia, a migliorare la protezione dei consumatori nella misurazione, nella fatturazione e nella riscossione e a introdurre sanzioni reali ed efficaci per i trasgressori.
Tra le principali debolezze della legge, Levica sottolinea anche la mancanza di meccanismi per il monitoraggio e la destituzione della Commissione di regolamentazione, la possibilità di emettere fatture con dati non verificati e le basse sanzioni che, a loro dire, stimolano l’inadempimento degli obblighi legali.
Il partito invita il Parlamento a ripristinare il controllo statale sul settore energetico, a garantire un funzionamento equo e trasparente e a proteggere i cittadini dall’impatto economico della privatizzazione.
“Continueremo a opporci coerentemente a qualsiasi tentativo di privatizzare i beni pubblici, liberalizzare i settori strategici e minare la sovranità statale”, ha concluso Levica.