Il partito “Vredi” ha sollevato gravi accuse contro il Ministero degli Affari Esteri (MAE) durante il mandato di Bujar Osmani, denunciando acquisti controversi, illegali ed esorbitanti. Le accuse riguardano in particolare la gestione delle forniture durante l’organizzazione del Consiglio ministeriale OSCE a Skopje nel dicembre 2023.
Secondo “Vredi”, i documenti ottenuti rivelano irregolarità significative. Un contratto del valore di 56.640.000 denari è stato stipulato per il noleggio di veicoli per una conferenza di soli due giorni. Il partito sottolinea che il contratto non prevedeva un organo di controllo interno che potesse verificare il numero effettivo di veicoli utilizzati, il tipo di veicoli impiegati e la durata del loro impiego.
“Vredi” evidenzia che i prezzi di noleggio dei veicoli erano significativamente più alti rispetto a quelli praticati in altre occasioni. Nello specifico, il costo di un’auto VIP era di 29.000 denari al giorno (IVA esclusa), mentre un veicolo di gamma media costava 23.000 denari al giorno (IVA esclusa) e un minivan 8+1 costava 19.200 denari al giorno (IVA esclusa).
Per fare un confronto, “Vredi” rivela che, solo un mese prima, il MAE aveva stipulato un altro contratto con lo stesso operatore per le esigenze ordinarie del Ministero. In quel caso, lo stesso tipo di auto VIP costava solo 9.500 denari con autista, un prezzo tre volte inferiore rispetto a quello approvato da Bujar Osmani per la conferenza. “Vredi” definisce questa situazione un “abuso scandaloso”.
Il partito “Vredi” sottolinea che l’Ufficio di revisione dei conti statale ha già rilevato gravi irregolarità nelle operazioni del MAE sotto la guida di Bujar Osmani, e i casi sono stati sottoposti alla Procura della Repubblica.
“Vredi” ha posto diverse domande a Bujar Osmani: chi ha confermato il numero di veicoli e l’attuazione del contratto? Perché i prezzi erano tre volte più alti per gli stessi servizi e dallo stesso operatore? Chi ha tratto profitto da tali appalti illegali? Il partito chiede a Osmani di fornire risposte e definisce questo modo di lavorare un “classico esempio di corruzione politica”.