Il partito VMRO-DPMNE ha denunciato uno scandalo di intercettazioni che coinvolge l’Agenzia per la Sicurezza Nazionale (ANB) e l’Agenzia di Intelligence dell’Esercito (AR), riguardante il presidente del VMRO-DPMNE, giornalisti e imprenditori. L’accusa è che i servizi segreti siano stati utilizzati come strumento di lotta politica e pressione da parte dell’SDS (Unione Socialdemocratica di Macedonia), con Viktor Dimovski indicato come principale responsabile.

Secondo VMRO-DPMNE, sia SDS che l’ex direttore dell’ANB, Viktor Dimovski, hanno ammesso la sorveglianza e l’intercettazione di dissidenti, giornalisti critici e personaggi pubblici. In particolare, Dimovski avrebbe ammesso che durante i cicli elettorali si era ritenuto necessario monitorare il VMRO-DPMNE, guidato da Hristijan Mickoski, all’epoca all’opposizione.

Il partito si interroga su quale minaccia per la sicurezza potessero rappresentare le attività del partito in vista delle elezioni locali e parlamentari, se non la minaccia per l’SDS di perdere il potere. VMRO-DPMNE afferma che questa ammissione di sorveglianza e intercettazione quinquennale del presidente Mickoski implica che anche la sua famiglia sia stata soggetta a sorveglianza da parte dei servizi segreti.

Il partito sostiene che, invece di occuparsi della sicurezza e proteggere l’integrità dello Stato e dei cittadini, questi servizi di sicurezza sarebbero stati uno strumento per la lotta politica e la pressione da parte dell’SDS. VMRO-DPMNE chiede che Viktor Dimovski ammetta pubblicamente le sue azioni e su ordine di chi le abbia compiute.

Il partito ritiene che questa sorveglianza e intercettazione non sarebbe stata possibile senza il permesso diretto di Zoran Zaev, e coinvolge anche Ljupco Kocevski della Procura della Repubblica, successivamente eletto dall’SDS come Procuratore della Repubblica, nonché la Corte Suprema. VMRO-DPMNE chiede che questo scandalo di abuso dei servizi di sicurezza per scopi politici non resti impunito e che ci sia responsabilità, in modo che non accada mai più.